Carteggiatura con carta abrasiva n° 400-600, imbevuta di olio paglierino

Tecnica applicabile solo nella rara eventualità di dover lucidare un mobile in ottimo stato di conservazione, che non necessiti quindi di nessun altro intervento, oltre alla rilucidatura, e a condizione che la precedente finitura sia a base di gommalacca, che risulti solo lievemente “fiorita” e non sia stata eccessivamente danneggiata da sporcizia, macchie o graffi profondi.

Pulizia con alcool e paglietta d’acciaio fina.

Tecnica utilizzata per rimuovere finiture a gommalacca; 11 pezzo, preventivamente bagnato con dell’ alcool, va strofinato, nel senso della venatura, con una paglietta di lana d’acciaio fina.

Non intacca né altera la patina. Natura rischio – facilmente infiammabile

Utilizzo di una soluzione di acqua e ammoniaca

Va stesa a pennello e agisce dopo un periodo di tempo variabile dai pochi minuti al quarto d’ora, secondo la natura ed entità della sostanza da rimuovere.

Indicata per rimuovere gommalacca, cera e sporcizia, risulta meno efficace su altri tipi di finiture.

Ha il pregio di essere poco costosa ma ha il difetto di scurire leggermente i legni, soprattutto quelli ricchi di tannino. Ciò, generalmente, non crea particolari problemi, essendo l’entità dell’effetto relativamente modesto e talvolta nemmeno sgradito, soprattutto se si prevede di dover tingere il legno.

Occorre, però, bagnare il mobile in maniera uniforme, onde evitare la formazione di colature, in special modo quelle trasversali rispetto alla venatura del legno, perché queste lo macchierebbero in maniera veramente antiestetica.

La diluizione dell’ammoniaca può variare secondo le necessità, normalmente un rapporto ammoniaca/acqua di uno a dieci è sufficiente.

Se lo strato da togliere è sporcizia o sostanze grasse è possibile aggiungere del comune detersivo.

Ricordiamo che l’ammoniaca è irritante sulla nelle e per le vie respiratorie; andrebbe quindi usata in un luogo arieggiato e indossando dei guanti protettivi. Natura rischio – irritante

Gli sverniciatori

Nel caso in cui l’ammoniaca si riveli inefficace, oppure non si desideri bagnare il pezzo da pulire, sarà necessario utilizzare dello sverniciatore.

Ne esistono molti in commercio, ma praticamente tutti a base di diclorometano, sostanza classificata come nociva, tricloroetilene, (tossico e pericoloso per l’ambiente) alcool metilico (tossico e facilmente infiammabile), anche se recentemente sono stati posti in commercio prodotti definiti “ecologici”.

Nell’usarli sarà bene tener presente le avvertenze stampate sulle etichette.

Innanzitutto, poiché sviluppano dei gas e i recipienti potrebbero essere sotto pressione, onde evitare violente fuoriuscite del prodotte, raccomandiamo di tenere la mano sul coperchio o meglio ancora di praticare un piccolo foro sul tappo, prima di toglierlo.

D’obbligo l’uso dei guanti protettivi.

Nello stendere il prodotto, possibilmente in un luogo arieggiato, è necessario fare attenzione agli schizzi, giacché è molto irritante sulla pelle.

Il tempo di attacco varia notevolmente secondo la sostanza da rimuovere; l’effetto è quasi istantaneo su cera e gommalacca, richiede alcuni minuti per vernici alla nitrocellulosa, una decina di minuti su smalti oleosimtetici e tempi anche più lunghi per turapori sintetici, vernici poliuretaniche e poliestere. Natura rischio – nocivo, tossico, infiammabile e pericoloso per l’ambiente.

Sia che si usi lo sverniciatore, sia che si usi l’ammoniaca, nel caso in cui lo spessore da rimuovere sia notevole, è consigliabile utilizzare preventivamente delle spatole. Successivamente, si strofinerà, possibilmente nel verso della venatura, con della lana d’acciaio grossa .

Per gli angoli e punti difficilmente raggiungibili con la lana d’acciaio si potrà utilizzare un raschietto.

Sconsigliamo nel modo più assoluto l’uso della soda caustica, la quale, oltre ad essere eccessivamente aggressiva nei confronti del legno e notevolmente pericolosa per chi la usa, richiede, per essere rimossa dal mobile, un ingente quantitativo d’acqua, con effetti facilmente immaginabili. Anche il getto d’aria calda con pistola termica è da evitare, giacché può curvare o bruciare il legno, provocare fenditure e il distacco di partì incollate o di impiallacciature. Inoltre consuma molta energia elettrica ed è efficace solo sugli smalti, i quali riscaldandosi rilasciano gas estremamente tossici.

Alcuni, per sgrassare il legno dai residui dello sverniciatore, utilizzano dell’acetone oppure del gasolio o del diluente nitro. Riteniamo che, sia l’alcool sia l’ammoniaca vadano altrettanto bene a tale scopo.
Per la pulizia di parti intagliate, risultano estremamente utili delle spazzole con setole di nailon, usate in combinazione con lo sverniciatore o con l’ammoniaca.

I raschietti: in commercio ve ne sono di svariate fogge, ma per le parti piane è consigliabile l’uso di un attrezzo particolare; la punta per raschiare o rasiera.