Nel mondo del restauro dei mobili, la terminologia può essere spesso confusa, soprattutto quando si tratta di interventi di manutenzione e ristrutturazione. Due termini che spesso generano dubbi sono “restauro conservativo” e “restauro strutturale”. Sebbene entrambi mirino a migliorare le condizioni di un mobile o di un pezzo d’arrredamento, presentano differenze sostanziali sia negli obiettivi che nelle metodologie impiegate.

Cos’è il Restauro Conservativo?

Il restauro conservativo ha come scopo primario la conservazione del valore storico, artistico ed architettonico del legno. Si concentra sul rispetto dell’integrità materiale e formale dell’opera, preservando le sue caratteristiche originarie, i materiali utilizzati e le tecniche costruttive impiegate.

Questo tipo di intervento mira a contrastare il degrado causato dal tempo, dagli agenti atmosferici e dall’usura, arrestando il processo di deterioramento e restituendo al mobile il suo splendore originario, conservandone patina, colori e materiali.

Gli interventi di restauro conservativo si basano su un’attenta analisi diagnostica dell’arredo, che ne studia lo stato di conservazione, i materiali costitutivi e le eventuali patologie. Sulla base di questa analisi, si definisce un progetto di restauro che individua gli interventi più idonei per il recupero dell’opera, nel rispetto dei principi di reversibilità e compatibilità.

Esempi di interventi di restauro conservativo:

  • Pulizia e consolidamento della struttura
  • Restauro di affreschi, decorazioni e stucchi
  • Interventi di rafforzamento sulla struttura in legno
  • Recupero di superfici e rivestimenti
  • Restauro di infissi e serramenti

Cos’è il Restauro Strutturale?

Il restauro strutturale, invece, si concentra sul miglioramento delle prestazioni strutturali di un mobile, garantendone la sicurezza e la stabilità. Diventa necessario quando il mobile presenta problemi strutturali che ne compromettono l’integrità, come lesioni, cedimenti o carenze strutturali.

Questo tipo di intervento mira a rinforzare la struttura portante, garantendone la resistenza alle azioni statiche e dinamiche a cui è sottoposto.

Gli interventi di restauro strutturale richiedono una profonda conoscenza delle tecniche di restauro e l’utilizzo di materiali e tecnologie specifiche. La scelta degli interventi da realizzare viene effettuata da un restauratore strutturista sulla base di un’accurata analisi statica e dinamica dell’edificio.

Esempi di interventi di restauro strutturale:

  • Consolidamento delle fondazioni
  • Rinforzo dei pilastri e delle travi
  • Inserimento di nuove strutture
  • Adeguamento del materiale
  • Realizzazione di cerchiature in acciaio o stucco

Riepilogo: le differenze fondamentali

CaratteristicaRestauro ConservativoRestauro Strutturale
ObiettivoConservazione del valore storico, artistico e architettonicoMiglioramento delle prestazioni strutturali e della sicurezza
InterventiPulizia, consolidamento, restauro di elementi decorativiRinforzo, adeguamento, nuove strutture
PrincipiReversibilità, compatibilitàSicurezza, efficacia
CompetenzeRestauratoriRestauratori, architetti
NormativeCodice dei Beni CulturaliNorme tecniche per le costruzioni
Ecco una tabella che riassume le principali differenze tra restauro conservativo e restauro strutturale

In sintesi:

  • Il restauro conservativo si concentra sulla bellezza, preservandone la storia e l’aspetto originario.
  • Il restauro strutturale si concentra sulla sicurezza, garantendone la stabilità e la resistenza nel tempo.

Entrambi i tipi di intervento sono fondamentali per la tutela e la valorizzazione del patrimonio, ma è importante comprenderne le differenze per scegliere l’intervento più adatto alle esigenze specifiche di ogni arredo.